Incidente mortale all’Italiana Coke: chieste 5 condanne

Incidente mortale all'Italiana Coke: chieste 5 condanne

Cinque condanne e quattro assoluzioni all’ Italiana Coke “per non aver commesso il fatto”. Sono le richieste avanzate questa mattina dal pubblico ministero nell’ambito del processo per la morte di Santino Barberis, l’operaio di 61 anni schiacciato da una pala meccanica il 14 settembre del 2011 all’interno dello stabilimento dell’Italiana Coke di Bragno.

Secono l’accusa non ci sono responsabilità per Giampaolo e Alfio Bagnasco della ditta Emi – proprietaria della pala meccanica che, attraverso un contratto di “nolo a caldo”, era in uso all’Italiana Coke – (assistiti dagli avvocati Amedeo Caratti e Massimo Badella), in qualità di datori di lavoro deleganti dell’operaio; Marco Prestipino, dirigente della Emi; Flavio Ferraro, direttore tecnico della Emi (avvocato Paolo Foti). E’ stata invece chiesta la condanna ad otto mesi di reclusione per Augusto Ascheri, presidente del consiglio d’ammnistrazione di Italiana Coke; Claudio Giromini, loanese e direttore stabilimento Bragno; Giancarlo Bruni, responsabile per la sicurezza sul lavoro di Italiana Coke (tutti e tre difesi dall’avvocato Fausto Mazzitelli). Sette mesi di reclusione è invece la richiesta di pena avanzata per Ferruccio Boveri e Renato Ginola (avvocato Ajroldi e Lageard), rispettivamente presidente del cda e direttore tecnico della Simic, la ditta della quale era dipendente la vittima.

Secondo il pubblico ministero è emerso che il luogo dove è avvenuto l’incidente, l’area chiamata “viale delle giraffe”, era “un luogo di raccordo di varie zone dello stabilimento dove si verificava il transito di pedoni, biciclette, camion e pale meccaniche”. Una situazione che però non sarebbe stata correttamente regolamentata: “C’era promiscuità, elevata rumorosità, ma non sono stati valutati i rischi e non c’era nemmeno una cartellonistica che indicasse come muoversi” ha osservato il pm che ha concluso precisando che “non c’è stato coordinamento tra Italiana Coke e i rappresentanti della Simic: se la vittima avesse avuto un giubbotto ad alta visibilità forse l’evento poteva avere conseguenze meno tragiche”.

Secondo la tesi degli inquirenti quel tipo di mezzo non si sarebbe dovuto muovere in un ambiente con quelle caratteristiche come aveva rilevato uno dei tecnici Psal alla scorsa udienza: “E’ un’ambiente critico perché ci passano altri mezzi e c’è rumore. Sulla pala non c’era un avvisatore acustico, ma perché quel tipo di mezzo deve operare in una zona libera”.

Tutti gli imputati devono rispondere in concorso dell’accusa di omicidio colposo, in relazione alla violazione delle norme di sicurezza sul lavoro. Santino Barberis, vice capocantiere della Simic, fu fatalmente schiacciato dalla pala meccanica manovrata da un collega dipendente di un’altra azienda appaltatrice, la Emi di Cengio. Nel pomeriggio di oggi il processo è stato rinviato per terminare la discussione dei difensori e per la sentenza.

Sorgente: Incidente mortale: chieste 5 condanne e 4 assoluzioni

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