Tutti assolti gli otto imputati per le morti da amianto alla Franco Tosi di Legnano

 

assolti alla Franco Tosi

Tutti assolti gli otto imputati per le morti da amianto alla Franco Tosi di Legnano. Il presidente del gruppo Italcementi, Giampiero Pesenti, e altri sette ex manager dell’azienda, specializzata nella produzione di turbine, erano accusati dell’omicidio colposo di 33 operai, che hanno contratto tumori asbesto-correlati dopo aver lavorato nello stabilimento tra gli anni Settanta e Ottanta MILANO – Manuela Cannavale, giudice monocratico della quinta sezione penale del tribunale di Milano, ha assolto con le formule “perché il fatto non sussiste” o “per non aver commesso il fatto” il presidente del gruppo Italcementi, Giampiero Pesenti, e gli altri sette ex manager della Franco Tosi di Legnano imputati per omicidio colposo in relazione alla morte per tumori asbesto-correlati di 33 operai, che negli anni Settanta e Ottanta avevano lavorato per la storica azienda metalmeccanica, specializzata nella produzione di turbine e generatori di vapore. La difesa: “Confermata la decisione del 2007”. Commentando la sentenza, la difesa ha sostenuto che Pesenti “non meritava una simile imputazione”. La sua assoluzione, infatti, “conferma quanto era stato già deciso nel 2007 dal tribunale di Milano, che all’esito di analoga indagine della procura di Milano sulla Franco Tosi dichiarò il non luogo a procedere per tutti gli imputati, ritenendo insussistenti i medesimi addebiti oggetto di questo procedimento, che è arrivato alle stesse conclusioni”. Nella stessa nota, i legali del presidente del gruppo Italcementi hanno ribadito “la solidarietà alle famiglie dei lavoratori deceduti, che ha già trovato concreto riscontro in un indennizzo” e rilevano che “la decisione del tribunale stabilisce che l’ingegnere non aveva un ruolo operativo nella gestione della società”. Il pm aveva chiesto una condanna a sei anni. Per il pm Maurizio Ascione, che aveva chiesto al tribunale di condannarlo a sei anni di carcere, l’84enne Pesenti era invece responsabile di una “grave carenza in relazione ai dispositivi di sicurezza per il rischio di esposizione all’amianto’’, in quanto tra il 1973 e il 1980 era stato componente del comitato esecutivo della Franco Tosi. A questa carenza si sarebbe cominciato a porre rimedio negli anni successivi. Di qui la richiesta di assoluzione avanzata dallo stesso Ascione per gli altri sette ex manager dell’azienda di Legnano. Le parti civili, tra cui la Regione Lombardia, l’Associazione italiana esposti amianto e Medicina democratica, avevano chiesto un risarcimento complessivo pari a circa 660mila euro. L’avvocato di parte civile: “Siamo esterrefatti”. “Trentatré lavoratori sono morti per mesotelioma pleurico e nonostante tutte le prove, le analisi cliniche fatte dall’Università di Pavia, la mole di documenti prodotta in questi anni, ora ci troviamo di fronte ad assoluzioni ‘per non aver commesso il fatto’ o perché ‘il fatto non sussiste’ – ha commentato la legale delle due associazioni, Laura Mara – Siamo esterrefatti, ma temevamo un pronunciamento del genere, dopo l’esito del processo relativo all’Enel di Turbigo. Si tratta del primo grado di giudizio e se il pm Ascione farà appello, lo faremo senz’altro anche noi”.

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