Gas Radon: cos’è, pericoli, valutazione e misure di sicurezza

La normativa inerente la protezione dal gas radon è recentemente variata con la pubblicazione del D.lgs. 31 luglio 2020 n. 101, che abroga il precedente decreto riguardante la protezione sanitaria dei lavoratori e della popolazione dai rischi derivanti dall’esposizione alle radiazioni ionizzanti.

La nuova normativa modifica diversi aspetti in materia, tra i quali gli obblighi a cui un esercente deve adempiere in materia di sorgenti naturali di radiazioni ionizzanti: tra questi vi è l’esecuzione del monitoraggio della concentrazione media annua di radon nei locali sotterranei e semisotterranei, con permanenza di persone, adibiti a luogo di lavoro in deroga all’articolo 65 del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81.

Cos’è il gas radon?

Il radon è un gas radioattivo ubiquitario che si forma nel sottosuolo ricco di uranio e torio e tende ad allontanarsi dal sito iniziale, trasportato attraverso le porosità dei terreni dai fluidi e dai soil gas presenti, per fuoriuscire in atmosfera. La sua presenza nell’aria viene misurata in concentrazione media annua di attività di radon in aria, la cui unità di misura è Bq/m3. Mentre nell’atmosfera il gas si diluisce rapidamente, determinando concentrazioni in aria esterna basse (dell’ordine di 10 Bq/m3), non è possibile prevedere il controllo e la diffusione di tale gas attraverso le pareti, data la tendenza ad entrare all’interno degli edifici.

In Italia la presenza e la distribuzione del radon indoor è stata indagata con una prima campagna nazionale di monitoraggio, effettuata tra il 1989 e il 1991: ne è emerso che la Regione con la presenza maggiore è il Lazio (119 Bq/m3), seguito dalla Lombardia (111 Bq/m3) e dalla Campania (95 Bq/m3). Il valore medio nazionale della concentrazione media annua di attività di radon in aria ponderato per la popolazione di ciascuna Regione è risultato pari a 75 Bq/m3, valore superiore a quello della media europea, stimata a circa 59 Bq/m3.

Effetti del gas sulla salute

La IARC, ha classificato il radon e i suoi prodotti di decadimento come cancerogeni del “Gruppo 1 – cancerogeni per l’uomo” in relazione all’insorgenza di tumore al polmone.

Negli anni si è scoperto che il radon, dopo il fumo di sigaretta, è la seconda causa di tumore al polmone nel mondo, ed è stata inoltre dimostrata l’esistenza di una sinergia tra i danni causati dal gas e quelli causati dal tabagismo.

Essendo il radon un agente cancerogeno, non esiste una soglia di concentrazione al di sotto della quale l’esposizione non presenti rischi: anche basse concentrazioni possono causare un aumento del rischio di insorgenza del cancro ai polmoni ed è necessario far sì che le concentrazioni indoor siano le più basse possibili.

Secondo quanto riportato all’Allegato del Decreto del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali del 10 giugno 2014, il radon è stato inserito nel “Gruppo 6 – tumori Professionali” della “Lista I – Malattie la cui origine lavorativa è di elevata probabilità”. Per questa ragione è obbligatoria la denuncia/segnalazione all’Organo di Vigilanza territorialmente competente, in base alle disposizioni di cui all’articolo 139 del D.P.R. 1124/65, da parte di qualsiasi medico, qualora ne venga a conoscenza. L’Art.10 comma 4 del D. Lgs 38/2000 ha inoltre previsto che questa comunicazione venga inviata anche alla sede dell’INAIL.

Misurazione del gas radon e valutazione del rischio 

La valutazione del rischio radon, prevista dal. D.lgs. 101/2020 e dall’articolo 17 del D. Lgs 81/2008, si compone del monitoraggio delle concentrazioni medie annue di attività di radon in aria, della valutazione degli esiti con la relazione tecnica del servizio di dosimetria e, se i risultati lo richiedono, dell’individuazione di azioni correttive e l’introduzione di misure di gestione del rischio radon.

Il monitoraggio della presenza del gas viene svolto attraverso il posizionamento di dosimetri. Questi strumenti sono costituiti da un materiale plastico in grado di evidenziare le radiazioni α rilasciate dal decadimento del radon. Secondo l’Allegato II del D.lgs. 101/2020, ai fini della misurazione della concentrazione media annua di attività di radon in aria, devono essere impiegati dispositivi di misurazione per un intero anno solare (tecnica detta “long-term”), mediante uno o più periodi di campionamento consecutivi, in modo da evitare la saturazione del dosimetro che potrebbe compromettere la veridicità del risultato.

Azioni preventive e di bonifica

Se dai monitoraggi condotti, vengono rilevate concentrazioni superiori al livello di riferimento, l’articolo 17 del D.Lgs 101/2020 prevede che l’esercente debba adottare delle misure correttive.

Per gli edifici già esistenti sono previste numerose misure volte al risanamento del radon: queste non sempre garantiscono a priori il successo, in quanto devono essere adattate alle caratteristiche della costruzione che non sempre permettono un’esecuzione dei lavori efficace a causa dei possibili vincoli architettonici presenti. Le principali strategie di difesa hanno lo scopo di impedire l’ingresso del radon dal terreno o di farlo fluire all’esterno attraverso sistemi attivi o passivi di ricambio dell’aria. Le principali azioni di abbattimento del gas negli edifici già esistenti sono:

  • aumento dell’aerazione degli ambienti confinati, permettendo così il ricambio dell’aria. Tale azione risulta efficace quando la concentrazione di radon in aria non risulta particolarmente elevata. Inoltre, va considerato il fatto che una maggiore aerazione porta ad una notevole perdita di calore all’interno dell’edificio e un aumento delle spese per il riscaldamento: per questo motivo tale misura può essere considerata solamente come un accorgimento provvisorio;
  • sigillo delle vie d’ingresso, che consiste nella chiusura delle intercapedini presenti nei pavimenti attraverso cui il radon può penetrare dal terreno verso l’interno dell’edificio. Tale misura risulta essere efficace ed economica nel caso in cui tutte le intercapedini vengano sigillate completamente. Per le elevate concentrazioni di radon (superiore ai 1000 Bq/m3), questa tecnica deve essere abbinata ad una tecnica di abbattimento attivo tramite l’utilizzo di ventilatore;
  • creazione di una sovrapressione nei locali attraverso l’aerazione dei locali sotterranei o del vespaio con metodi attivi (ventilatore) o passivi (apertura verso l’esterno);
  • aspirazione dell’aria dai pavimenti con intercapedini o da apposite canaline collegati ad un ventilatore che aspira l’aria ricca di radon e la veicola all’esterno;
  • aspirazione dell’aria dal sottosuolo con l’utilizzo di tubi di drenaggio o di un vano vuoto posti nel terreno sottostante l’edificio, di profondità di 1,5-2m e larghezza 0,5-1m.

Per quanto riguarda, invece, gli edifici di nuova costruzione, la prevenzione inizia già in fase di progettazione. Va posta particolare attenzione a numerosi fattori, tra cui la posizione della costruzione, la scelta dei materiali, il percorso delle condotte dal terreno, l’isolamento termico, il sistema di aerazione e di riscaldamento e la scelta della destinazione d’uso dei locali. Inoltre, negli anni, è stato messo a punto un nuovo tipo di fondamenta, detto “a platea”, formato da una piattaforma costituita da materiale cementizio protetto da membrane in plastica radon-impermeabile, che ricopre tutta la superficie dello scavo. Nel ghiaino sottostante vanno comunque installati i tubi di drenaggio per poter aspirare l’aria dal suolo in caso di necessità. In alternativa al fondamento a platea, si può optare per la posa di una pavimentazione ventilata, sigillata, posta sopra un vespaio aerato o ad un sistema di tubi di drenaggio.

Ecloga Italia S.p.A. offre servizio di monitoraggio delle concentrazioni di Radon nei vari ambienti di lavoro per stabilire eventuali superamenti dei limiti e agire di conseguenza. Contattaci per ulteriori informazioni.

Per ulteriori approfondimenti è possibile consultare il testo del nuovo D.lgs. 101/2020 utilizzando questo link.

Fonti:

  • Decreto Legislativo 31 luglio 2020, n. 101;
  • Decreto del direttore generale 12.628 del 21 dicembre 2011;
  • Jindal SK. WHO handbook on indoor radon
  • Bochicchio F, Campos Venuti G, Nuccetelli C, Piermattei S, Risica S, Tommasino L, Torri G. Results of the representative Italian national survey on radon indoors. Health Phys. 1996; 71(5): 741-8;
  • Portale Agenti Fisici;

Fonte Ecloga Italia

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