Porto di Livorno più sicuro: meno infortuni
Negli ultimi due anni nel Porto di Livorno, a fronte di un aumento di lavoratori, e ore lavorate, sono diminuiti sia gli infortuni che la loro gravità. La sintesi, anzi il punto sulla sicurezza dello scalo livornese l’ha fatto giovedì Massimo Provinciali, segretario generale dell’Autorità portuale, in commissione 3. Per Provinciali, che si augura che nella prossima riforma le autorità portuali possano ampliare la funzione di coordinamento degli altri enti che operano in porto: l’obiettivo numero uno è quello di minimizzare il numero di infortuni e tendere allo zero.
«Abbiamo un software per raccogliere i dati dell’infortunistica – ha spiegato il segretario ai consiglieri – che poi ci dettaglia il dato statistico che cataloga tipo di infortunio, la modalità e la parte del corpo colpita». Nell’analisi dell’Authority vengono registrati solo gli infortuni sulle banchine e piazzali che riguardano il personale operativo e tra i fattori di rischio basilare individuati c’è il numero dei lavoratori presenti nel Porto di Livorno che negli ultimi sei anni risultano sempre sopra i mille operativi. Una leggera flessione degli operativi riguarda il 2012-2013 (per gli effetti della crisi del 2008) che nel 2015 risale a 1161 unità. «Rispetto a un numero di lavoratori che aumenta – ha cvonfermato Provinciali – così come le ore lavorate, il numero degli infortuni negli ultimi 6 anni registra una costante diminuzione».
Da 265 infortuni nel 2010 si è passati infatti a 148 del 2015.
Anche il dato sul numero di giornate di inabilità tende a calare stabilmente da 9574 del 2010 si è scesi alle 5636 del 2015. Se si analizza il tipo di lesione per oltre il 50% dei casi si tratta di traumi e contusioni, mentre le maggiori tipologie di infortunio riguardano cadute e utrti che colpiscono, mani, ginocchia e piedi. Una concentrazione abbastanza identificabile – dice Provinciali – che ci fa capire quali siano i momenti per intervenire come prevenzione. Infortuni che sono legati ovviamente anche alle tipologia delle macchine operative: dal 2006 al 2010 se ne sono registrati oltre 150 per milione di ore lavorate scesi, nel 2015, a 89.
Nessun infortunio mortale di personale portuale sulle banchine, anche se, negli ultimi due anni ci sono stati due incidenti in cui hanno perso la vita un marittimo e un camionista. Sulla scorta delle statistiche infortuni l’Authority ha fornito linee guida nel 2012 alle aziende (approvate dal comitato igiene e sicurezza di cui fanno parte Asl, sindacati e datori di lavoro) per operare nel modo più sicuro coni rotabili. Anche se i risultati di macro statistica sono confortanti l’obiettivo è raggiungere lo zero infortuni. «Il fatto di avere un monitoraggio costante e complessivo ci conforta – ha concluso Provinciali – Non ci dimentichiamo che ogni singolo infortunio per il lavoratore è un dramma».
Sorgente: Porto di Livorno: calano gli infortuni sul lavoro