Disordini al processo per direttissima

Disordini al processo per direttissima

Volevano impedire un’ispezione della Asl, nella zona industriale di Sesto Fiorentino. Così un gruppo di cinesi si è chiuso dentro un capannone in piazza Marconi, dove molte attività sono gestite da cinesi. Nel frattempo circa in trecento si sono radunati e hanno cominciato a lanciare sassi e oggetti vari contro gli agenti, feriti ci sono stati da una parte e dall’altra, e i cinesi hanno impedito anche l’ingresso delle ambulanze per il trasporto in ospedale. Sono intervenuti anche i vigili del fuoco, che sono stati chiamati per aprire il cancello dell’immobile in cui il gruppo si era asserragliato.

La baruffa è durata per un po’, poi è tornata alla normalità e il cancello si è aperto senza la necessità di intervento dei vigili del fuoco. Sul posto sono intervenuto anche alcuni rappresentanti del consolato, come il vice console cinese a Firenze, per calmare le acque, mentre un carabiniere di origine orientale ha spiegato alle persone le modalità per testimoniare quanto si è verificato, invitandoli nel contempo ad allontanarsi. Da quanto è emerso, pare che il controllo che il personale del servizio di sicurezza sui luoghi di lavoro della Asl fosse di semplice routine, e si riferisce al piano triennale previsto dalla Regione Toscana in collaborazione con le forze dell’ordine. Il fatto è che sembra che il personale addetto abbia riscontrato alcune irregolarità, sebbene non gravi, in un capannone, e le avrebbe così contestate al titolare. Di qui uno spintone da parte del titolare dell’impresa nei confronti di un addetto della Asl, e quindi i tafferugli, gli assembramenti, i lanci di pietre e quant’altro. Pare anche che l’uomo abbia usato il figlio di dieci mesi come scudo. L’imprenditore che si era opposto ai controlli è stato dunque arrestato e questo avrebbe scatenato la reazione degli oltre trecento orientali che avrebbero così fronteggiato gli agenti determinando una situazione che per un po’ di tempo sembrava sfuggire al controllo, poi ripristinato, con l’allontanamento della folla e la sua dispersione nelle vie limitrofe. Contusi, in modo lieve, due agenti di polizia e un carabiniere.

La protesta, che era cominciata nel tardo pomeriggio di due giorni fa, col passare delle ore ha assunto toni sempre più drammatici. Poi si è chetata per riesplodere davanti al Tribunale dove era in corso il processo per direttissima di due arrestati per resistenza a pubblico ufficiale. Alcune persone tra quelle assembrate fuori hanno chiesto di verificare il trattamento degli ispettori, lamentando interventi violenti durante i controlli dei giorni scorsi. Sul posto anche il neo sindaco Falchi. E mentre era in corso il processo nei confronti di due cinesi arrestati (uno è il titolare della ditta che aveva tentato di impedire l’ispezione, l’altro colui che aveva tentato di sbarrare l’accesso ai mezzi di soccorso), un centinaio di loro connazionali si sono posizionati davanti al Tribunale con una striscione che reclama “legge uguale per tutti” e “vogliamo giustizia”. Nel frattempo che la Digos indaga per accertare le responsabilità, i cinesi vogliono chiedere al console di organizzare un corteo per la prossima domenica. Il presidente della Regione Rossi fa presente che “il progetto per la sicurezza sul lavoro andrà avanti” perché “né per la sicurezza, né per l’ambiente, né per le tasse devono essere consentite aree di illegalità. Eguali nei diritti e nei doveri. Chi ha sbagliato dovrà pagare”.

Sorgente: Cinesi scatenati disordini al processo – giornaleditalia

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