Morte dell’operaio dopo 18 mesi dall’incidente, imprenditrice a processo
L’incidente si verificò nell’aprile del 2012, in un cantiere in Romagna nel quale si stava costruendo un prefabbricato da adibire a ricovero attrezzi. Ma Marzio Tosatto, 50 anni, di Canda, lottò per un anno e mezzo prima di arrendersi e spegnersi. Le indagini su quell’infortunio partirono immediatamente e hanno portato a processo Manuela Mabea, imprenditrice rodigina, chiamata in causa come legale rappresentante di Ilcea, l’impresa per la quale, secondo questa ricostruzione, lavorava il 50enne.
L’udienza del processo si è tenuta nella mattinata di mercoledì 27 gennaio a Ravenna, con l’imputata difesa dall’avvocato Marco Linguerri (lo stesso professionista che segue gli Istituti Polesani nel filone penale delle inchieste avviate dalla Procura di Rovigo) e il consulente nominato dalla difesa Lorenzo Belloni, esperto di sicurezza sul lavoro ed ex presidente della Camera di Commercio di Rovigo.
La dinamica stessa dell’incidente occorso a Tosatto è motivo del contendere. Pare che abbia fatto un repentino passo all’indietro per evitare un pannello che si era staccato dalla gru che lo stava movimentando ma che così facendo sia indietreggiato, inciampato e abbia sbattuto la nuca contro uno spigolo. Indossava tutte le protezioni del caso e sul cantiere non è stato trovato nulla che non andasse.
Lo stesso Belloni, ascoltato in aula, ha spiegato che nonostante tutte le simulazioni fatte non è stato possibile comprendere cosa sia accaduto, dal momento che non si hanno notizia di altri incidenti del genere avvenuti con quella apparecchiatura. Da parte della difesa, quindi, massima fiducia di arrivare all’assoluzione, dimostrando che si trattò di un evento imponderabile e imprevedibile, non evitabile, e che tutte le misure di sicurezza erano rispettate.
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