Riabilitarsi con l’arte, a Enna un laboratorio di scultura per gli infortunati sul lavoro
Riabilitarsi con l’arte, a Enna un laboratorio di scultura per gli infortunati sul lavoroAvviato presso il museo archeologico di palazzo Varisano, il progetto sociale “Si rip…arte”, promosso dalla sede provinciale dell’Inail, vuole favorire la socializzazione tra gli assistiti dell’Istituto, stimolando non solo la loro creatività ma anche la voglia di rimettersi in gioco in ambito professionale ENNA – Sono sette gli infortunati o familiari di vittime sul lavoro che partecipano al laboratorio di scultura attivato a Enna, all’interno del museo archeologico di palazzo Varisano, nell’ambito del progetto di reinserimento sociale “Si rip…arte”. Finalizzata al potenziamento della creatività nell’arte plastica, l’iniziativa è stata promossa dall’Inail e si è concretizzata grazie a un protocollo d’intesa sottoscritto tra la sede ennese dell’Istituto, il museo regionale interdisciplinare di Enna, il dipartimento Beni culturali della Regione Sicilia e l’associazione di promozione sociale Sinergie. In programma 10 incontri tra aprile e giugno. Ad accompagnare i sette partecipanti nei 10 incontri in programma tra aprile e giugno sono Miriam Filippone, assistita Inail e tutor del progetto, e lo scultore Vincenzo Gennaro, dell’Aps Sinergie. A quest’ultimo spetta il compito di condurli in un percorso teorico-pratico che, oltre a potenziare la loro creatività artistica, mira ad aumentare la consapevolezza delle rispettive competenze, attitudini e abilità, con una particolare attenzione all’aspetto relazionale. Dal disegno alla modellazione. Il laboratorio punta a fornire agli assistiti Inail gli strumenti teorici e pratici per acquisire gli elementi del linguaggio grafico, figurativo, plastico e tecnico, dal disegno alla modellazione. “Il linguaggio delle forme e la manipolazione dei materiali – spiega Irene Varveri, ideatrice del progetto e responsabile del servizio di reinserimento sociale dell’Inail – stimolerà non solo la loro creatività, ma anche la voglia di reinserirsi nel mondo del lavoro, eventualmente anche in ambito artistico. Tra i partecipanti, infatti, c’è anche chi si occupa già di grafica o ha una passione personale per l’arte o l’artigianato”. I lavori realizzati saranno esposti per un mese. Al termine del ciclo di incontri, i manufatti realizzati saranno esposti in una saletta del museo, dove resteranno visibili al pubblico per un mese. “Esporre i propri lavori – precisa Varveri – sarà un momento importante, che ci auguriamo possa portare gli assistiti a sviluppare maggiori autonomie spendibili nell’ambito del proprio contesto di vita e ad andare oltre quella ‘negazione’ della vita che spesso avviene dopo un infortunio, rendendo difficile qualsiasi riabilitazione”. (adr)
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