Padre morto sul lavoro: 3 accuse di omicidio colposo
Lucca, 15 maggio 2015 – Niente e nessuno restituirà Bruno Raddi all’amore della moglie e dei due gemellini di 7 anni. Ma a distanza di 3 anni, arriva a una svolta l’inchiesta sulla tragica morte del 42enne operaio di Malgrate, scomparso in un incidente sul lavoro il 5 dicembre nell’area ex San Giorgio a Spezia: è rimasto schiacciato da un grosso cancello che stava montando insieme a un collega. Il sostituto procuratore della Repubblica della Spezia, Luca Monteverde, ha notificato la conclusione delle indagini preliminari alle tre persone indagate per quella tragedia: Vincenzo Giori (65enne genovese, amministratore della società Superconductors, committente dei lavori all’interno dell’area ex San Giorgio), Graziano Torre (63 anni di Minucciano) amministratore della ditta «Torre Graziano» incaricata dei lavori e il suo dipendente Giacomo Giorgi, 25 anni di Minucciano. Per tutti l’accusa è di omicidio colposo in concorso: ora si attende la richiesta di rinvio a giudizio da parte dello stesso pubblico ministero e la data dell’udienza preliminare davanti al gup. Secondo la ricostruzione fatta dalla Procura spezzina, la sera del 5 dicembre del 2012 Raddi insieme ad altri colleghi della ditta «Torre Graziano» di Aulla, doveva montare con i colleghi un cancello lungo 22 metri, ma diviso in 4 elementi da 5,5 l’uno e alto 3.Mentre Raddi era inginocchiato, Giacomo Giorgio utilizzando un carrello elevatore ha tentato di sollevare il cancello che si è rovesciato addosso al 42enne operaio lunigianese: ha cercato di allontanarsi ma è rimasto schiacciato. Per quell’incidente Graziano Torre è anche accusato di aver violato alcune normative in materia di sicurezza sul lavoro: dito puntato dalla Procura in particolare sul carrello elevatore ritenuto «non idoneo, in quanto il carico sollevato e trasportato non era previsto delle ‘tasche’ per l’inserimento delle forche, in maniera che il cancello potessere essere sollevato senza avere oscillazioni o movimenti pericolosi». Inoltre secondo le accuse lo stesso giovane alla guida del carrello «non aveva una formazione in materia per il suo uso». Parte civile nel procedimento i genitori, la moglie Eliana e i due figli di 7 anni di Raddi, assistiti dagli avvocati Alessandro Ravani, Raffaella Lorgna e Lucia Barbieri del foro di Massa