Due anni di indagini hanno portato all’arresto di Roberto Zanini, titolare dell’Ippopotamo,ristorante in piazza Bra vicino all’Arena di Verona. Per lui una lunga lista di accuse che vanno dall’evasione fiscale all’utilizzazione fraudolenta di manodopera, una serie di omissioni sulla sicurezza sul lavoro e sulla formazione dei dipendenti, evasione di contributi previdenziale e anche violenza privata e violenza e «minacce per costringere a commettere un reato». Come spiega ilCorriere del Veneto, quello che gli investigatori hanno ricostruito è emerso essere un sistema truffaldino e vessatorio: 170 dipendenti, la maggior parte dei quali assunti con contratti part-time per poche ore al mese, ma in realtà impiegati in turni massacranti anche di 14 ore senza riposi a volte per tre settimane di fila. In più continue minacce di perdere il lavoro se non accettavano quei turni allucinanti. E ancor peggio se avessero denunciato.
Successivamente i militari dell’Arma hanno iniziato a controllare anche la contabilità dell’aziendaed hanno scoperto un sistema a “due canali”. Uno creato a uso e consumo per gli eventuali controlli, in cui tutto risultava intonso e lindo per il Fisco. Un altro, difficilmente accessibile, in cui era registrata tutta la contabilità in nero. Oltre all’arresto di Zanini è stato disposto il sequestro delle quote di 5 società, di depositi e titoli e di 21 conti correnti. È stata rilevata una presunta evasione fiscale di 4 milioni 657.350 euro. Il locale non è stato chiuso, soprattutto per garantire ai dipendenti che venivano sfruttati di non perdere il lavoro.